Il chiostro
Il portale immette nel chiostro sobrio ed elegante, tutto in laterizio con alcuni elementi architettonici scolpiti in pietra palombina. Il portico è caratterizzato da quattro arcate, poggianti su pilastri ottagonali, nei due lati laterali alla porta d’ingresso e tre arcate negli altri due; le volte a crociera, sempre in laterizio, sorreggono i locali del monastero disposti lungo il perimetro del chiostro. Nelle lunette interne restano tracce di un importante ciclo di affreschi dipinti nella seconda metà del Cinquecento dal pittore eugubino Pier Angelo Basili, i quali nonostante i ripetuti restauri, non hanno sopportato i traumi derivanti dalle condizioni climatiche del luogo. Quanto rimane ci dà un segno della notevole qualità pittorica dell’affresco; resta il rammarico per la grave perdita di un’opera stilisticamente valida ed importante per l’iconografia del Patrono, perché era l’unico antico ciclo figurativo a lui dedicato.
Al centro la vera della grande cisterna che, raccogliendo l’acqua piovana, depurata con un sistema arcaico ma efficace23, ha garantito fino a pochi decenni fa l’approvvigionamento idrico per il convento e per quanti, numerosissimi in tante occasioni dell’anno, si recavano a pregare il Santo Protettore.
Di particolare interesse i due pilastri principali prima dell’ingresso della chiesa, con qualificati basamenti in pietra palombina, dove ancora sono appena visibili gli stemmi scolpiti a bassorilievo dei Montefeltro e del Comune di Gubbio ed altre decorazioni con il simbolo bernardiniano (IHS). Sul capitello del pilastro di destra é evidente la data 1525, riferita al momento della costruzione del chiostro. Questo è il lato che nasconde la facciata della chiesa, cui ora si accede dalle cinque porte, mentre in origine gli ingressi erano solo i tre centrali. Quello esterno di sinistra dava accesso all’Ospedale degli Ossessi (Sant’Ubaldo è venerato come baculus dæmonum o fulmen dæmonum, e il suo santuario è stato da sempre meta privilegiata per gli esorcismi), quello esterno a destra era l’ingresso al sacello ducale ed al monastero, e la scritta sull’architrave ricorda la prodigalità delle Duchesse per la realizzazione del grande complesso: “•HELISABET •GONZAG(a)• V(rbini) • D(ucissa) • LARGIENTE•” (Su elargizione di Elisabetta Gonzaga Duchessa d’Urbino).24 I tre portali centrali, scolpiti in pietra serena, per la preziosità decorativa fatta di festoni, nastri svolazzanti, fili di perle, motivi a girali con roselline e palmette, cornicioni decorati con ovuli e dentelli e tutta la variegata simbologia ducale richiamano l’attenzione dei committenti nei confronti del complesso ubaldiano che vollero quanto più degno possibile per il Santo Patrono. Non conosciamo il nome dell’autore dei portali, ma le analogie riconducono alle maestranze che operavano nelle strutture ducali eugubine. Sopra l’architrave del portale di destra, a seguito di recenti lavori di restauro, la Soprintendenza ha voluto lasciare in evidenza una finestra appartenente all’antica Pieve di San Gervasio.
Le tre porte, in legno di rovere, sono originali. Il restauro conservativo ha messo in luce la linearità dei manufatti, che presentano specchiature rettangolari ornate al centro da rosoni finemente intagliati.
ORARIO DI APERTURA
Tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19.30
ORARI CELEBRAZIONI
Ss. Messe festive: ore 9- 11- 17.
Sabato: ore 17, con recita comunitaria del S. Rosario alle ore 16.30.
Giorni feriali, S. Messa ore 17, con i Vespri.
Alle ore 8.30: Ufficio delle Letture e Lodi.
Ore 12.45: Ora Media.