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Le Vetrate

Vetrata 1 Basilica di Sant'Ubaldo Gubbio

1ª Vetrata

a) la nascita di Ubaldo ed il suo battesimo nell’antica Pieve di San Giovanni Battista;
b) Ubaldo riceve i primi insegnamenti nella Canonica di San Secondo, in un ambiente particolarmente formativo per la vocazione al sacerdozio e per la vita comunitaria;
c) orfano di entrambi i genitori, di lui si prese cura lo zio paterno dallo stesso nome Ubaldo, che sognava per il giovane nozze di pari nobiltà, ma il Santo rifiuta per darsi alla vita ecclesiastica;
d) il vescovo di Gubbio Giovanni scopre le qualità del giovane e lo chiama nella canonica di San Mariano, da dove il Santo era già fuggito in precedenza per la vita dissoluta che vi si conduceva. Con il Santo Vescovo Giovanni fu per Ubaldo un’esperienza nuova e di straordinaria importanza.

Vetrata 2 Basilica di Sant'Ubaldo Gubbio

2ª Vetrata

a) Nel 1127 un improvviso incendio distrugge la città, parte della quale è certamente sui ruderi della città romana;
b) Ubaldo, priore della cattedrale, diventa il promotore della ricostruzione della città e della cattedrale di San Mariano;
c) Il Pontefice Onorio II consacra Vescovo di Gubbio Ubaldo, che in precedenza aveva rinunciato alla nomina per Perugia e tenta ancora di far recedere il Papa dalla sua decisione;
d) Ubaldo diventa operatore di pace e di riconciliazione tra la sua gente; non manca occasione per gettarsi in mezzo alla mischia per sedare lotte e tumulti

Vetrata 3 Basilica di Sant'Ubaldo Gubbio

3ª Vetrata

a)b) un esercito coalizzato di undici città, con a capo Perugia, si muove contro Gubbio che viene assediata da forze numericamente superiori; gli eugubini si rivolgono al Vescovo, il suo prestigio è ormai indiscusso. Sant’Ubaldo comprende che i suoi concittadini sono oggetto di un disegno di distruzione; si attiva prima come uomo di fede e Pastore, invitando tutti al perdono e alla preghiera; poi, come cittadino, suggerisce uno stratagemma, che, attuato, metterà in fuga l’armata dei nemici che stava pregustando la sicura vittoria sotto le mura della città.
c) Sant’Ubaldo va a parlare con un capomastro per chiarire le modalità di alcuni lavori che si stanno eseguendo sui confini della vigna del Vescovo; per tutta risposta il muratore arrabbiato dà uno spintone al Santo che viene gettato nella pozza della calce. In città, appena conosciuto l’episodio, succede il finimondo; lo sdegno popolare porta all’estrema conseguenza: esilio per il muratore reo della grave offesa e demolizione della sua casa.
d) Sant’Ubaldo interviene subito; invita tutti alla pace, ricorda che Gesù ha tollerato sputi, flagelli e schiaffi e alla fine la morte in croce; fa chiamare il capomastro che viene subito portato al suo cospetto. Sant’Ubaldo si china, lo bacia, gli sussurra: “Che Dio ti perdoni”.

Vetrata 4 Basilica di Sant'Ubaldo Gubbio

4ª Vetrata

a) Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, nel 115528 scende in Italia, chiama in assemblea a Roncaglia i Feudatari e i rappresentanti dei Comuni che respingono le pretese dell’Imperatore. Il Barbarossa, in attesa di forze sufficienti, si fa incoronare prima a Pavia re d’Italia e poi a Roma imperatore da Papa Adriano IV. Al ritorno da Roma, quando Spoleto osa resistere al suo volere, l’assedia e la rade al suolo. E’ la volta di un altro Comune importante: Gubbio. Si accampa nelle vicinanze della città, ai Consoli viene inviata la richiesta dell’Imperatore di sborsare una somma che viene considerata enorme.
b) Si prende tempo inviando degli ostaggi, ma alla fine ci si rivolge ancora una volta al Santo Vescovo che è anziano e malato. Ubaldo intuisce quello che tutti vorrebbero da lui: decide di recarsi dal Barbarossa che lo accoglie con la massima solennità. Federico certamente rimane impressionato dalla statura spirituale dell’interlocutore cui offre, alla fine dell’incontro, una splendida tazza d’argento, gli restituisce un nipote che era tra gli ostaggi e pone fine all’assedio. La città è salva.
c) La scena racconta il miracolo del cieco nato. Ad un cieco fu detto in sogno che se si fosse presentato al Vescovo di Gubbio avrebbe riacquistato la vista. Al mattino si mise in viaggio, lungo il percorso arrivò davanti una pianta di ciliege, dove due tali stavano cogliendo la frutta. Il ragazzo che l’accompagnava li vide e suggerì al cieco di chiederne un po’. Alla risposta cinica dei due “Sali tu! prendine a volontà” il cieco rispose con un sospiro profondo ed una preghiera a Dio. Immediatamente gli si aprirono gli occhi e cominciò a correre davanti la guida per giungere a ringraziare il Vescovo.
d) Un gruppo di cristiani, in pellegrinaggio verso Gerusalemme, venne fatto prigioniero dai saraceni. Pregarono Sant’Ubaldo perché venissero liberati. Apparì loro il Santo in abiti pontificali, splendente come la luce, che li consolò dicendo: “Pace a voi, io sono Ubaldo, il Vescovo di Gubbio che avete invocato” e, spezzate le catene, li fece uscire dal carcere. E così, senza ostacoli, attraversarono il mare e tornarono a casa.

Vetrata orbitale Basilica di Sant'Ubaldo Gubbio

Vetrate sopra la porta centrale

In alto nella vetrata orbicolare viene rappresentato Sant’Ubaldo in mezzo alla sua gente di Gubbio, città tutta particolare, con un rapporto proprio ed inconsueto con il suo Santo Protettore.

Vetrata porta principale Basilica Sant'Ubaldo Gubbio

La vetrata centrale rappresenta P. Emidio Selvaggi, inginocchiato davanti al Pontefice Benedetto XV, che chiede ed ottiene per il Santuario di Sant’Ubaldo il titolo e la dignità di Basilica Minore. Ai lati del Pontefice sono riconoscibili il Cardinale Giovan Battista Nasalli Rocca e il Vescovo di Gubbio Carlo Taccetti, con lo stemma del Comune è raffigurato il sindaco Conte Gianmaria Della Porta; dietro a lui è riconoscibile lo storico Mons. Pio Cenci.
Le due vetrate laterali più piccole, vanno lette sempre in sequenza:
a) I due biografi, contemporanei del Santo, narrano i miracoli avvenuti dopo la sua morte; tra questi viene ricordato quello descritto sulla vetrata: una donna di venti anni del contado di Gubbio con una mano rattrappita fu improvvisamente sanata.
b) Una donna di nome Teuza, al termine dell’atto di consacrazione a Dio e a S. Ubaldo, vomitò nel sangue un serpe veramente terrificante che ella aveva portato a lungo nel ventre, e così potè tornare, sana, a rendere grazie.
c) I funerali di S. Ubaldo; è il particolare descritto sulla targa in fondo alla vetrata. Il sacro Corpo, dopo quattro giorni di esposizione, viene sollevato per essere sepolto in un sarcofago accanto a quello dei santi martiri Mariano e Giacomo, titolari della cattedrale.
d) Il Vescovo Bentivoglio inginocchiato davanti al Pontefice Celestino III che gli consegna la bolla di canonizzazione di Sant’Ubaldo dopo soli 32 anni dalla morte, è il 5 marzo 1192. Il testo della Bolla di canonizzazione è riportato in sunto sulla targa in fondo alla vetrata.

Vetrata abside Basilica Sant'Ubaldo Gubbio

Vetrate dell’abside centrale

a) Il transito: Sant’Ubaldo morente è attorniato dai suoi concittadini, sulla sinistra una schiera celeste lo attende con Gesù, la Vergine e gli angeli; è il 16 maggio 1160, Gubbio perde il più grande dei suoi figli.
b) La traslazione al monte (11 settembre 1194): un carro trainato da giovenchi indomiti porta il sacro Corpo verso il monte. Curiosamente il Mossmeyer ha voluto inserire nella scena anche il Sommo Poeta con il cartiglio che ricorda nei versi il “colle eletto dal Beato Ubaldo”.
c) La glorificazione: Sant’Ubaldo, circondato dagli Angeli nella Gloria del Paradiso, ascolta l’invocazione “proteggi questa città, difendi la tua chiesa!”

ORARIO DI APERTURA

Tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19.30

ORARI CELEBRAZIONI

Ss. Messe festive: ore 9- 11- 17.
Sabato: ore 17, con recita comunitaria del S. Rosario alle ore 16.30.
Giorni feriali, S. Messa ore 17, con i Vespri.
Alle ore 8.30: Ufficio delle Letture e Lodi.
Ore 12.45: Ora Media.